La parola vitigni indica la “varietà di vite”. È dai vitigni che dipendono tutte le caratteristiche proprie di ciascun vino. Infatti, ogni vite possiede specifiche peculiarità, che variano in base a caratteri colturali (resistenza al clima e ai parassiti, esposizione al sole, tipologia di terreno, ecc…) e a caratteri enologici (dimensioni e forme di acini e vinaccioli, spessore della buccia, contenuto zuccherino, grado di acidità, tannini, ecc…). In Italia esistono moltissimi vitigni autoctoni. Nel 2019 ne erano stati registrati ben 545 varietà di vite da vino e 182 varietà di vite da tavola. A livello mondiale, invece, esistono oltre 1300 varietà di vino.
Vitigni: cosa sono e quanti ne esistono in Italia
Abbiamo quindi visto che i vitigni rappresentano quindi le diverse varietà di viti. Varietà che sono presenti in Italia in gran numero e che si differenziano in base a molteplici caratteristiche. La Viticoltura è la scienza che si occupa della coltivazione della vite, ed è da questa disciplina che è possibile apprendere le molteplici varietà di viti presenti nel nostro paese, nonché la loro classificazione suddivisa in categorie ben precise.
La diffusione geografica è influenzata dalle tradizioni locali, nonché dal commercio. Questo ha portato alcuni vitigni autoctoni di determinate regioni, a diffondersi su larga scala, diventando ben presto, dei vini internazionali. È un po’ quello che è successo al famoso Amarone della Valpolicella che, da vino “locale” si è ben presto fatto notare e conoscere, prima a livello regionale, poi nazionale e infine in tutta Europa. Un successo senza precedenti!
Vitigni: classificazione, famiglie e suddivisione in categorie
I vitigni in Italia e nel mondo, sono davvero tanti. Con il tempo sono stati classificati in precise categorie, così da poterne razionalizzare l’ordinamento. I criteri utilizzati per la classificazione sono diversi. Tra i più noti ed utilizzati, troviamo:
- Colore della bacca
- Vitigni aromatici
- Vitigni semi aromatici
- Autoctoni
- Internazionali
- Ibridi
Di solito il metodo più ovvio è quello in base al colore della bacca (nera, bianca, rossa o grigia). Ma, come possiamo vedere dall’elenco precedente, la classificazione può anche essere fatta in base alla provenienza (autoctoni, nazionali, internazionali), oppure in base alle molecole aromatiche che il vitigno possiede. Le varie caratteristiche hanno, con il tempo, definito specifiche famiglie di vitigni. Le famiglie, possono possedere precise caratteristiche mescolate tra loro. Quindi è possibile trovare una famiglia che ha in comune l’origine, alcuni aspetti ampelografici, o, in altri casi, semplicemente il nome.
Colore della bacca
L’Ampelografia è la disciplina che studia, identifica e classifica le varietà dei vitigni. In base a questa disciplina i colori delle uve, caratterizzano in modo esplicito i vari vitigni. Troviamo quindi vitigni a bacca bianca (come la Garganega, autoctono della un vitigno a bacca bianca delle province di Verona e Vicenza, dal quale si ricava, dopo la vendemmia, il Passito Veneto di Garganega), nera (come Corvina, Corvinone, Rondinella, Oseleta, Negrara, l’uvaggio utilizzato per l’Amarone della Valpolicella il Recioto della Valpolicella e il Corvina Veronese), rosa e grigia.
In Italia i vitigni a bacca bianca sono oltre 200, quelli a bacca nera sono 300, meno di 10 quelli rosa e solo 1 a bacca grigia.
Vitigni aromatici
I vitigni aromatici includono tutte quelle tipologie di uvaggi dal profumo forte, marcato e facilmente riconoscibile anche da chi non è un esperto. Il profumo contenuto nell’acino d’uva, si ritrova poi anche nel vino stesso.
Vitigni semi aromatici
In questo caso il profumo dell’uvaggio si ritrova anche nel vino prodotto, ma in maniera più tenue e blanda.
Autoctoni
L’etimologia della parola “autoctono” deriva dal greco e significa: “stesso suolo”. In altre parole un vitigno autoctono è una vite che appartiene allo stesso luogo, a quel determinato terreno e territorio. I vitigni originari di un luogo, si dicono autoctoni quando sono coltivati sempre sul medesimo territorio. Si tratta di una classificazione piuttosto difficile, perché entrano in gioco diversi fattori: dimensioni della zona di coltivazione, dimensioni del territorio d’origine, ecc… Volendo generalizzare, è possibile affermare che un vitigno autoctono è quello per il quale la zona di origine e quella di coltivazione coincidono.
Internazionali
Sono quelli conosciuti a livello mondiale.
Ibridi
Si tratta di vitigni ottenuti incrociando diverse varietà, con processi di ibridazione, praticati per modificare alcuni caratteri, o per esaltarne altri.