Ampelografia: significato e funzione
L’ampelografia è quindi lo studio della vite e dell’uva e serve a riconoscere e classificare i vitigni. È una disciplina relativamente recente che studia le caratteristiche di ogni varietà di vite, permettendo così di stilarne peculiarità e specificità. Questa materia nasce e si afferma attorno all’Ottocento grazie all’opera di alcuni famosi studiosi come il Francese Odart e gli Italiani Giuseppe di Rovasenda, Girolamo Molon, Giorgio Gallesio e Giuseppe Acerbi.
L’obiettivo di questi primi ampelografi era quello di conoscere e distinguere i vari vitigni, così da poter identificare i migliori in assoluto da sfruttare per produrre vini di qualità. Il governo Italiano, già nel 1872, definì l’Ampelografia Generale Italiana, ossia un progetto che sosteneva e riconosceva l’importanza di questa disciplina.
Nel Novecento l’ampelografia è cresciuta moltissimo grazie al progresso della viticoltura e della scienza. È stato proprio durante questo secolo che sono state istituite commissioni di carattere mondiale in vari paesi d’Europa, per redigere e catalogare ogni varietà di vite. Alla fine si è arrivati a fondare i famosi Registri Nazionali e Regionali delle varietà delle uve da vino. Qui è possibile consultare il Registro Nazionale delle Varietà di Vite dove sono presenti, tra le altre, anche la Corvina, il Corvinone, la Rondinella, l’Oseleta e la Negrara che costituiscono l’uvaggio base dell’Amarone della Valpolicella e del Recioto della Valpolicella.
Tipologie di Ampelografia
L’ampelografia si distingue in due diverse tipologie: quella tradizionale e quella molecolare. Entrambe diffuse e affermate, si basano su diversi fattori e caratteristiche specifiche per identificare e catalogare le differenti varietà di vitigni.
Tradizionale
Abbiamo detto che l’ampelografia studia le varietà di vitigni esistenti. La formula tradizionale di questa disciplina, molto ampia e complessa, prende in esame ogni singolo organo delle piante: germogli, foglie, frutti, vinaccioli, tralci, tronchi, radici e fiori. Grazie a questa materia è stato possibile classificare e catalogare ciascun vitigno, ottenendone delle specifiche schede che riportano i descrittori ampelografici. Si tratta della descrizione attenta e dettagliata di ogni singola caratteristica che contraddistingue ogni pianta in ogni sua più piccola parte.
Tra i più importanti ricordiamo:
- Acino d’uva – ampiezza, dimensioni e forma
- Buccia d’acino – superficie, pruina, spessore, consistenza e colore
- Grappolo – compattezza, dimensione, lunghezza, forma e numero di ali
- Foglia – numero di lobi, forma e dimensioni.
Ne esistono molti altri e questo breve elenco è semplificato volutamente al solo scopo di spiegare cosa sono e a cosa servono i descrittori ampelografici.
Molecolare
Per quanto affascinante possa essere l’ampelografia tradizionale, con il tempo, è stato chiaro che avesse delle limitazioni. Riserve legate alle caratteristiche stesse delle piante che sono influenzate dall’ambiente e dal loro stato nutrizionale e sanitario.
Esistono però dei nuovi metodi d’identificazione varietale. Sono metodologie che si basano sullo studio del DNA. Infatti, tutte le caratteristiche evidenziate dall’ampelografia tradizionale, possiedono la medesima base genetica. Visto che il DNA che compone le cellule delle varie piante, è sempre uguale e può essere preso indistintamente dalle foglie, piuttosto che dalle radici, o dai tralci, l’identificazione avviene attraverso il riconoscimento di specifici marcatori.
I marcatori, altro non sono, che determinate porzioni di DNA che consentono d’identificare la varietà di vite. Solo così è possibile quindi riconoscere il polimorfismo genetico. L’etichettatura molecolare e il sequenziamento del DNA hanno permesso di avere accesso precoce non solo al fenotipo, ma anche direttamente al genotipo, senza dover attendere uno sviluppo completo della pianta.Alcuni marcatori utilizzati in questa tecnica sono:
- Microsatelliti (nucleari e cloroplastici) o SSR (Simple Sequence Repeats)
- Indels – vale a dire mutazioni d’inserzione, o eliminazione di brevi sequenze di DNA. Elementi trasponibili o elementi mobili, talvolta chiamati anche “geni saltellanti”.
- Polimorfismi a singolo nucleotide o SNP (Single Nucleotid Polymorphism) che interessano un solo nucleotide
- RFLP
- RAPD
- AFLP
Si specifica che, a oggi, tranne in alcuni casi particolari, l’ampelografia molecolare non permette di distinguere i cloni dello stesso vitigno. Infatti, la differenza intravarietale a livello dei microsatelliti, è molto ridotta.